Nuovo? A giudicare dal nome, 4S e dall'aspetto no. È un vecchio iPhone al quale è stato rifatto il trucco, con un processore migliore, una video-fotocamera in grado di competere con le macchine specifiche, e un nuovo sistema operativo che fa un sacco di cose interessanti, quello che basta alla Apple per mantenere la supremazia, ma nulla di più. Poi, però se a tutto questo aggiungiamo iCloud lo scenario cambia e non tutto è esattamente come sembra. E se come ciliegina sulla torta mettiamo la "Personal intelligent assistant" il quadro si fa decisamente più chiaro, così come il messaggio.
Non è la macchina ad essere importante, la rivoluziome è altrove. Ed è in un sistema che, per la prima volta, si propone a noi in maniera completa come una alternativa a tutto quello che fino ad oggi abbiamo conosciuto e considerato come assodato. Il cloud significa vivere senza supporti e poter utilizzare anche un piccolissimo oggetto come uno smartphone al posto del dvd o della console per i videogame sotto al televisore. E Siri, l'assistente intelligente, ci dice anche che stiamo entrando in un mondo senza tastiere, nemmeno quelle virtuali alle quali da pochissimo, con smartphone e tablet, ci eravamo abituati. Il mondo post-pc non ha nulla di fisico, non ci sono tastiere e supporti, non ci sono dischi, libri, giornali o dvd. E tra poco non avremo nemmeno bisogno di un motore di ricerca tradizionale, perché il nostro piccolo
smartphone sarà in grado, è già in grado, di ascoltare
le nostre domande e cercare per noi le risposte, come abbiamo visto in centinaia di film di fantascienza. Siamo all'inizio, l'assistente parla solo tre lingue, inglese, francese e tedesco, e non è detto che capisca davvero tutto al primo colpo. Ma se pensiamo a com'erano i telefoni cellulari solo una decina di anni fa è facile scommetere su un rapido miglioramento del software.
Un semplice gadget, un giochino per bambini? È davvero motivata la "delusione" che in molti nei primi momenti manifestano, e che i mercati segnalano? Vorrei andare controcorrente e dire che la delusione è immotivata e prendermi il rischio di affermare, apertamente, che la presentazione che la Apple ha fatto a Cupertino è una di quelle che cambiano le regole del gioco, portando la Apple sul terreno dell'innovazione non tanto sulla macchina ma sulla filosofia di fondo. La macchina non può essere migliorata di molto, anche se fosse arrivato un iPhone 5 non sarebbe stato, tecnicamente parlando, molto migliore di questo.
Certo, poteva essere più cool, poteva avere uno schermo più grande, poteva... ma non sarebbe neanche in quel caso cambiato gran che. Perché la novità è più grande di un semplice look-and-feel, di una semplice funzione in più. La novità è che il nuovo "sistema Apple" ci invita ad entrare in un mondo che non è quello dei computer, dei motori di ricerca, di Internet che abbiamo fino ad oggi frequentato con soddifazione, e ci spinge a guardare oltre. Verso un sistema integrato che attraverso ogni macchina, con la quale saremo in grado di dialogare parlando con il nostro linguaggio, ci offrirà contenuti e ci darà modo di produrne, condividendoli con gli altri.
Apple prova a stabilire uno standard per la comunicazione del nuovo millennio. E se ci riuscirà, se riuscirà a convincere che questa è la strada del futuro, sarà difficile superarla.
via la repubblica

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