Studio di SosTariffe su 200mila test fatti dagli utenti italiani: la velocità reale è meno della metà di quella massima dichiarata nelle offerte degli operatori. E cresce il digital divide tra il nord e il sud del paese.
Stanno peggiorando le adsl italiane: aumenta il divario tra la velocità promessa e quella reale. Lo dice uno studio di SosTariffe 1 basato su 200mila test 2 fatti dagli utenti nel corso di quest'anno. Le adsl più comuni, quelle a 7 megabit, arrivano in media a 3,75 Mbps contro i 4 Mbps del 2010. Più deludenti, in proporzione, le adsl 20 megabit: si fermano a 7 Mbps. C'è peraltro una certa variabilità geografica. Più fortunati gli utenti delle province di Trieste (4,864 Mbps), Genova (4,348 Mbps), Cagliari (4,484 Mbps), Livorno (4,453 Mbps) e Aosta (4,294). Al contrario, le peggiori velocità sono registrate nelle province di Crotone (2,725 Mbps), Ragusa (3,125 Mbps), Teramo (3,184 Mbps), Rieti (3,098 Mbps) e Asti (3,312 Mbps). Insomma, è il quadro di un digital divide invisibile: la zona dove si abita incide sulle prestazioni a cui si può aspirare. Dipende dalla qualità delle infrastrutture in fibra ottica presenti nel sottosuolo.L'Italia ha un record di lentezza, lo dice anche l'ultimo rapporto Akamai sullo Stato di Internet. Siamo il Paese europeo con il maggior numero di connessioni lente (0,9 per cento a meno di 256 Kbps reali). L'85% delle connessioni italiane supera la velocità di 2 Mbps, ma solo l'11% supera i 5 Mbps.
Lo studio di SosTariffe è un termometro interessante anche perché non ce ne sono di ufficiali, altrettanto completi, sulla qualità delle adsl italiane. L'Autorità garante delle comunicazioni aveva in programma di fare un quadro delle prestazioni, con proprie sonde di test disseminate lungo la rete italiana, ma il progetto si è fermato a quattro regioni 3. "Contiamo anche di pubblicare statistiche nazionali basate sui test fatti dagli utenti con il nostro Misura Internet", dicono da Agcom. "Finora non l'abbiamo fatto perché gli operatori si oppongono, accampando motivi di privacy. Ma miriamo a farlo entro febbraio". Misura Internet è appunto il test ufficiale Agcom che si può eseguire quando sospettiamo di andare troppo lenti su internet con l'adsl. Se i risultati sono inferiori alle promesse del nostro operatore, il test ci autorizza formalmente a inviargli una raccomandata di protesta. Se la situazione non migliora, possiamo fare un secondo test che eventualmente ci dà il diritto a una disdetta gratuita (risparmiando circa 40 euro). "Entro novembre uscirà la versione 2.0 del test", annunciano da Agcom. La miglioria è che "adesso non si blocca più quando rileva un minimo traffico Internet da alcune applicazioni attive sul computer dell'utente. Riesce a fare la misura al netto di quel traffico".
Purtroppo però gli operatori hanno trovato un escamotage: promettere una velocità piuttosto ridotta, così da non incappare nella cesoia del test. Le adsl 7 Megabit hanno un minimo garantito di 2,1-2,5 Mbps, quelle a 20 Megabit circa 5 Mbps, come risulta dalla tabella riassuntiva 4. Come si vede, sono ben inferiori alle medie riportate da SosTariffe, che pure possono essere deludenti, visto che arrivano a metà della velocità reclamizzata. Né si può sperare, ragionevolmente, di andare più veloci con la banda larga mobile Umts/Hspa, nonostante velocità reclamizzate fino a 28 Mbps. In media la banda larga mobile va più lenta di una 7 Megabit, infatti, con prestazioni peraltro piuttosto altalenanti e imprevedibili a seconda dell'ora e del giorno. E' un'opzione valida solo se ci troviamo in una zona dove l'adsl non riesce ad arrivare nemmeno a 2 Mbps.
In altre parole, se la nostra Adsl va come la media di SosTariffe, non abbiamo diritto ufficiale a protestare. Possiamo solo cambiare operatore, scegliendo un'offerta più cara, magari a 20 Megabit (tutto sommato quasi il doppio più veloci di quelle a 7 Megabit). La strategia giusta, per ridurre al minimo tempi e costi, è di non disdire la vecchia adsl ma richiedere direttamente quella del nuovo operatore, che si occuperà quindi di gestire il passaggio. Sopportiamo così, comunque, i costi di disdetta e se abbiamo noleggiato un router dall'operatore ricordiamoci di mandarglielo indietro entro 30 giorni dalla disdetta. Altrimenti ce lo addebiterà in bolletta automaticamente.
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