Mi è arrivato ieri il nuovo Kindle Touch, il Fire non mi interessa. Non è bellissimo, dico il Touch. E’ bruttino. Più cicciotto del precedente Kindle. Di un colore grigino smortissimo. Un poco più piccolo, non avendo la tastiera fisica. Più piccolo di due file (su 4) di tastiera.
Continuo con le cose che non mi piacciono. Quando il Kindle va in pausa non ci sono più quelle belle immagini d’epoca di scrittori anglosassoni, ma volgarissima pubblicità Dove, ATT, network tv e altro (non so se in Italia la pubblicità sarà locale). Non c’è modo di toglierla. Ogni tanto compaiono anche “offerte Amazon”, ovvero altre pubblicità però interne, meno fastidiose di quelle corporate, ma altrettanto noiose.
Il Kindle Touch ha un solo bottone fisico, un tasto home che secondo me rischia di rompersi presto. Tutto il resto si fa col touch screen. Lo schermo è incavato rispetto alla cornice di plastica del Kindle, e dopo anni di superficie piatta di iPhone e iPad risulta non piacevolissimo al tatto. Rispetto ai prodotti Apple, lo schermo risponde dopodomani, ma è come vivere nell’iperspazio a paragonarlo ai micragnosi tastini di navigazione del precedente modello.
Il software non è intuitivo come nei sistemi Apple, ma dopo pochi minuti si capisce come si fa e si gira una meraviglia. Il problema sorge quando dalla lettura di un articolo di giornale o di un libro si decide improvvisamente di fare qualcos’altro. Scatta il panico. Si inizia a tastare lo schermo, che risponde con calma, si confonde la flemma con un touch sbagliato e si inizia a toccare furiosamente ovunque. Col risultato che si finisce nel posto sbagliato.
In generale toccando la parte sinistra dello schermo si torna indietro. Se si tocca la fascia superiore si apre il menu con le altre funzioni. Tutto il resto dello schermo, se toccato, porta alla pagina avanti. Questo consente di tenere il Kindle e di cambiare pagina con una sola mano, anche se funziona di meno se si legge sdraiati tenendo il Kindle con la mano sinistra e appoggiato al petto. Il touch con la mano sinistra per cambiare pagina, a meno che uno non abbia le mani di Shaquille O’Neal, confina pericolosamente con la zona che fa aprire il menu.
Si tocca, comunque. Non c’è bisogno di sfogliare. Se si sfoglia, invece, dal basso all’alto si va all’articolo di giornale successivo (o alla sezione di giornale successiva se si sta leggendo il menu sezione per sezione). Nel caso dei libri si va al capitolo successivo. Al contrario, se si sfoglia dall’alto al basso si va all’articolo, alla sezione, al capitolo precedente.
Il problema dei software fatti da chiunque non risieda a Cupertino è che c’è un ma. Il ma è questo: tutto quello che ho spiegato funziona a libri o giornali aperti. Non funziona quando si va sulla home page, e immaginando che la libreria sia ricca e quindi la home page abbia più pagine. Dalla home page, per andare alla pagina successiva, non si tocca lo schermo al centro o a destra. E per andare a quella precedente non si tocca lo schermo a sinistra. Altrimenti si aprono i libri o i giornali elencati in quel preciso punto. Sulla home page, per andare avanti si deve gentilmente sfogliare dal basso all’alto (e dall’alto al basso per andare indietro). Attenzione, però a non partire con lo sfogliamento da troppo in basso, dove c’è un piedino di pubblicità, altrimenti si apre una pagina Internet a cura dello sponsor.
I giornali hanno, ora, un doppio menu. Uno simile a quello, già ultimamente migliorato del precedente Kindle, con una colonna sinistra che porta il titolo della sezione e il numero degli articoli e una destra con gli articoli della sezione selezionata. La facilità di navigazione rispetto a prima è decisamente superiore.
C’è anche un secondo menu, in teoria più vicino a un giornale vero, con le sezioni impaginate e illustrate come un giornale web e gli articoli presentati con il loro lead. Muoversi dentro questo menu illustrato però non è semplicissimo.
Al secondo giornale, sono passato al menu classico (le due possibilità si attivano facilmente con un touch sui bottoni in alto sullo schermo).
Kindle Touch goes social. Dopo aver registrato il proprio account Twitter e Facebook, Kindle Touch consente di selezionare col dito una frase o un brano di un articolo o di un libro e postarlo sul proprio social network. Provato su Twitter, si apre lo schermata Twitter dopo si possono completare a piacere i caratteri rimasti, si scrive, si invia. Il tweet contiene un link amazon che rimanda a una pagina amazon a nome del proprietario del Kindle e dell’account twitter con la frase completa selezionata dall’articolo o dal libro.
La tastiera non è un granché, poverina e nemmeno lontanamente paragonabile a quella Apple. Ma rispetto ai bottoncini insulsi di quella fisica risulta una grande miglioria.
Per i libri c’è una novità, che però non sono ancora riuscito a provare perché non è attiva su tutti i libri (ho provato senza successo su tre libri, poi basta). Si chiama X-Ray, fa lo scan del libro e via Wikipedia e altri siti e crea una specie di enciclopedia dei personaggi, delle figure storiche, dei termini particolari contenuti nel libro. Secondo me non serve a niente, whatever.
Giudizio finale:
Posto che l’oggetto è meno bello del già non meraviglioso predecessore, il primo impatto non è molto positivo. Non è negativo, ma non è entusiastico. Non c’è un effetto “wow” a utilizzarlo, anzi la lentezza dello schermo e il bizzarro cambiamento delle regole del touch tra homepage e contenuti fanno innervosire. Detto questo Kindle Touch è un passo avanti rispetto al predecessore e, senza dubbio, il miglior device per leggere (per leggere e basta) i libri e i giornali americani grazie allo schermo e-Ink che, al contrario di quello illuminato di iPad (e di Kindle Fire), non stanca gli occhi.
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