Alla vigilia della vacanze natalizie molti analisti erano convinti del fatto che, fra i tablet, i best seller dello shopping sotto l'albero negli Stati Uniti sarebbero stati l'iPad di Apple, il Kindle Fire di Amazon e il nuovo Nook di Barnes&Noble. I dati di vendita ufficiali ancora non ci sono – Idc ha stimato per la tavoletta della Mela uno spedito di oltre 14 milioni di unità a livello mondiale e per quelle Android di 9,5 milioni - ma la sensazione è quella che la previsione di cui sopra si sia effettivamente concretizzata. Con significativi impatti nell'economia del mercato globale delle tavolette.
Mercato che alla fine del terzo trimestre vedeva Apple accaparrarsi oltre il 61% della domanda, con 11,1 milioni di iPad venduti, e lasciare ai produttori di dispositivi equipaggiati con il sistema operativo di Google una fetta di circa il 32%. Il grande salto in avanti del quarto trimestre (oltre 23,6 milioni di tablet complessivamente venduti nel mondo) è marcato anche da queste cifre: un quarto dei personal computer distribuiti sul mercato (95 milioni la stima per il quarto trimestre) sono oggi tablet e in soli tre mesi, da ottobre a dicembre, gli utenti hanno acquistato più tavolette che in tutto il 2010.
In questo scenario, è nel segmento dei tablet Android che si sta registrando un evidente mutamento dei rapporti di forza: a tirare la volata non sono i prodotti di Samsung o Acer bensì quelli – sebbene altamente personalizzati e per certi versi blindati - delle new entry Amazon e Barnes&Noble, il cui successo, dicono gli analisti, dimostra come esista un reale appetito dei consumatori per prodotti alternativi all'iPad. Il Kindle Fire, in particolare, sta avanzando al ritmo di un milione di pezzi venduti a settimana e contribuirà significativamente a centrare l'obiettivo di vendita 2011 fissato da Idc, in relazione alle proiezioni degli acquisti di Natale, a quota 62,5 milioni di unità.
La concorrenza sembra quindi aver trovato la strada giusta per insidiare Apple ma a Cupertino stanno, come noto, preparando le contromisure. Qualche giorno fa il sito taiwanese DigiTimes ha in tal senso dato per sicuro l'annuncio imminente di due versioni dell'iPad in occasione del Macworld/iWorld 2012, in programma a San Francisco dal 26 al 28 gennaio. Subito dopo sono arrivate, a firma di blog tecnologici molto vicini alla società della Mela, le smentite di rito: per vedere l'iPad 3 occorrerà aspettare ancora qualche mese.
Sebbene priva di ufficiale fondamento, l'indiscrezione secondo cui a Cupertino abbiano deciso di rinnovare l'offerta di tablet con due distinti modelli, uno da 9,7 pollici e uno (ma in merito le indiscrezioni sono contrastanti) da 7,85 pollici, destinati a coprire la fascia media e alta del mercato, ha molte probabilità di essere reale. Così come quella che vedrebbe il "vecchio" iPad 2 essere riposizionato verso il basso sui listini per competere con quello che si è rivelato essere il prodotto best seller delle vacanze di Natale, e cioè il Kindle Fire di Amazon.
Gli ultimi rumors sul fronte delle caratteristiche tecniche hanno quindi delineato in modo abbastanza preciso anche il probabile bagaglio funzionale della nuova tavoletta. Lo schermo dell'iPad 3 dovrebbe esibire una risoluzione di tipo Qxga da 2048 x 1536 pixel ed ad esserne convinti sono in particolare gli analisti di DisplaySearch, che stimano una produzione - fra i fornitori di Apple ci sono anche Sharp, che porterà in dote la tecnologia Igzo (Indium gallium zinc oxide) per ridurre lo spessore del pannello, Samsung e Lg Display - di circa otto milioni di pezzi entro il primo trimestre di quest'anno.
Nel cuore del nuovo tablet troverebbe quindi posto una batteria da 14.000 mAH (prodotta da Simplo Technology e Dynapack International Technology), e quindi con una capacità pressoché doppia rispetto a quella che equipaggia l'attuale iPad 2 e più adatta a gestire adeguatamente il maggiore numero di pixel offerti dal nuovo schermo. Alla voce processore invece i dubbi sono ancora molti. Le probabilità che questo sia l'A6 prodotto da Samsung negli stabilimenti texani di Austin sono elevate mentre non è chiaro come Apple andrà a sfruttare la potenza del suo componente multi core, puntando (questa una delle ipotesi) sull'aggiunta nella Cpu di nuovi cervelli di elaborazione dedicati a specifiche funzioni. Quanto ai possibili prezzi di listino dei nuovi iPad, infine, gli addetti ai lavori non si sbilanciano più di tanto. Difficile, comunque, che la casa di Cupertino scenda alla soglia dei 200 dollari (anche per l'iPad 2) per due ordini di motivi: non vuole intaccare i margini di profitto che il tablet le garantisce e non vuole creare i presupposti per etichettare l'iPad come un prodotto di seconda classe.
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