martedì 19 giugno 2012

Come cambiano i navigatori satellitari con gli smartphone


C'era una volta la navigazione satellitare: si impostava la meta, partivano le istruzioni passo passo e il gioco finiva lì. Questa funzione non è sparita ma è diventata la base, il fattor comune su cui costruire una nuova gamma di contenuti a valore aggiunto. Il Gps è la piattaforma abilitante per una nuova generazione di servizi geolocalizzati, che sfruttano le coordinate geografiche dell'utente per fornire informazioni attinenti a dove ci si trova. Tutto amplificato dal web: l'immensa mole di dati online è georeferenziata per integrarsi con le mappe. È la naturale evoluzione della cartografia digitale, che con gli smartphone è più moderna, interattiva, connessa.
A confermare che i produttori storici di Pnd stanno andando in altre direzioni, fornitura di servizi più che produzione di dispositivi, è l'accordo tra Apple e TomTom. Scarne le spiegazioni: «TomTom ha siglato un accordo mondiale con Apple per fornire mappe e contenuti a esse correlate». 

Poche righe che però nascondono un mutamento sostanziale: in iOs 6 – lo abbiamo testato in anteprima – l'applicazione Mappe non usa più la cartografia digitale di Google bensì quella di TomTom. C'è la firma, in piccolo, del produttore olandese, che si presta anche a fornire la navigazione gratuita su iPhone e iPad. Si apre un mondo in cui tiene banco la lotta di potere per accaparrarsi l'attenzione del pubblico: la parola d'ordine è «contenuti».
Gps e internet sono il mezzo affinché il tragitto, calcolato in modo più o meno efficiente, diventi un pretesto per fornire una collezione di servizi. Basta pensare all'infotraffico: TomTom ha una struttura dedicata in Olanda e ha stipulato accordi con i gestori telefonici per offrire indicazioni più accurate su ingorghi, rallentamenti e incidenti. Non che mancasse l'offerta, ma informazioni più accurate possono essere monetizzate in abbonamenti. Il modello è stato replicato: prezzi dei carburanti, parcheggi, turismo, mappe cittadine per la navigazione pedonale, autovelox e così via; si pensi a Foursquare o TripAdvisor integrati in questo mondo. Sono fioriti contenuti accessori che estendono il loro raggio d'azione a tutti i dispositivi.
La diffusione degli smartphone ha permesso la penetrazione della "nuova" navigazione satellitare, con Pnd e cruscotti multimediali delle auto che si stanno adeguando. Il passaggio cruciale sta nella valorizzazione esplicita (acquisto di un'app o servizio accessori) o derivata (vendita di banner, stimoli pubblicitari, spazi a pagamento). Big G ha fatto della georeferenziazione la frontiera per generare fatturato declinando in versione "mobile" l'immenso database di punti d'interesse e informazioni. In questo senso è cruciale il passaggio di consegne in iOs, anche se Google ha Android. La vicenda dimostra come il contenuto sia quasi più importante della mappa: un ragionamento confermato da Waze, il navigatore social nel quale la community genera mappe e dati a supporto dei servizi a misura di utente. Ed è per questo che ha successo.

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