domenica 29 gennaio 2012
Oltre un miliardo di perdite nell'anno nero di Nokia
Nokia, nella seconda metà degli anni Novanta, era un colosso della telefonia mobile lanciato verso la leadership di un mercato miliardario. Negli stessi anni Apple arrancava, e si affidava nuovamente a Steve Jobs per recuperare il prestigio perduto. Nella quarta settimana del 2012, lo scenario è semplicemente capovolto: se si è appena scritto delle incredibili performance della "Mela", con 13 miliardi di utili in un solo trimestre, adesso è la volta del bilancio più brutto nella storia dell'azienda finlandese da molti anni a questa parte. Il consuntivo del 2011 registra una perdita di 1,2 miliardi di euro. Impietoso il paragone con l'anno precedente, quando si era registrato un utile netto di 1,8 miliardi, peraltro a sua volta considerevolmente inferiore ai profitti degli anni d'oro (8 miliardi nel non lontano 2007). Ancor più allarmante l'andamento dell'ultimo trimestre, quello che ingloba le vendite natalizie: la multinazionale europea ha accusato una perdita netta di 745 milioni a fronte di un utile di 1,07 miliardi nel corrispondente periodo del 2010. In regresso pure i ricavi, calati nella parte finale dell'anno del 21%, a quota 10 miliardi, mentre per l'intero esercizio 2011 il calo è stato pari al 9% a 38,66 miliardi.
Insomma, non c'è da dormire sonni tranquilli, anche perché in un mondo dinamico e dalle velocissime trasformazioni come quello della telefonia non esistono rendite di posizioni. E per ora non ha dato i frutti sperati la clamorosa svolta tecnologica operata da Nokia all'inizio del 2011, quando venne annunciata la cessazione graduale dello sviluppo del sistema operativo Symbian a favore di un'alleanza con Microsoft, con la conseguente implementazione di "Windows Phone" sugli smartphone della casa finlandese. Quest'ultimi sono i cosiddetti telefoni intelligenti, quelli di maggior costo ma la cui grande diffusione assicura profitti ingenti ai costruttori leader, Apple in testa, mentre Nokia è nella pattuglia degli inseguitori. Nonostante tutto l'amministratore delegato dell’azienda ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Mentre siamo andati nella direzione giusta nel 2011 - ha dichiarato Stephen Elop -, abbiamo ancora moltissimo da realizzare nel 2012 e dunque la mia valutazione è che siamo nel cuore della transizione».
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