E ORA sembra che sia Samsung a essere pronta a trascinare Apple in tribunale. Un nuovo capitolo della telenovela giudiziaria che lega Seul a Cupertino si chiama 'LTE', ovvero la tecnologia per la connettività di ultima generazione, quel 4G che in Italia non vedremo fino al 2013 ma che negli Usa è già realtà. E Samsung - che possiede oltre il 10% dei brevetti collegati all'LTE - ha fa sapere che è pronta a portare in tribunale Apple se metterà in commercio uno smartphone LTE. Ovvero: l'iPhone 5 che dovrebbe essere presentato il 12 settembre e arrivare nei negozi Usa il 21.
In realtà non c'è scelta: Apple supporta già la tecnologia 4G nell'ultimo modello di iPad ed è impossibile che l'Lte non sia una delle funzioni che Cupertino prevede per il prossimo cellulare. Quindi lo scontro in tribunale, se Samsung confermerà la minaccia, è inevitabile. Con il rischio che Apple possa ritrovarsi di colpo 'banditi' dai negozi statunitensi sia l'iPad che l'iPhone.
Sarebbe un vero terremoto. Il problema è che Apple sull'Lte non ha le spalle larghe: i big player del settore, oltre a Samsung, sono Nokia (con il 18,9 percento di brevetti collegati) e Qualcomm, che produce i processori di molti dispositivi Android e Windows Phone e che - si può immaginare - ha tutto l'interesse che i cellulari non Apple rimangano sul mercato.
Ma la risposta di Samsung all'offensiva di Apple non è solo legale. A Berlino, l'azienda delle Tre Stelle ha presentato un'ampia gamma di prodotti, tra l'altro prevedendo un linea dedicata a Windows 8 composta da pc, tablet e smartphone. Riducendo così la sua dipendenza dall'Android di Google.
Inoltre, fanno sapere dal quartier generale di Seul, sono in corso colloqui con i maggiori operatori telefonici statunitensi per modificare i dispositivi colpiti dalla 'condanna' della giuria di San Josè.
La vittoria in Giappone. E una buona notizia per Samsung arriva da Tokyo: il colosso sudcoreano non ha violato i brevetti della Apple: lo ha deciso il tribunale della capitale giapponese chiudendo uno dei tanti contenziosi legali tra il colosso californiano e quello sudcoreano. Secondo il giudice, le tecnologie per gli smartphone Galaxy e i tablet del gruppo sudcoreano "non costituiscono una violazione" dei brevetti di Cupertino.
La decisione presa dal tribunale distrettuale di Tokyo segue quella di una settimana fa in base alla quale la giuria della corte di San Jose, in California, ha condannato Samsung al pagamento di danni alla Apple per 1,05 miliardi di dollari, dopo averla giudicata responsabile della copiatura delle caratteristiche principali di iPhone e iPad.
Il responso in Giappone, secondo le valutazioni del giudice distrettuale Tamotsu Shoji, libera lo smartphone Galaxy e un tablet dalla violazione dei brevetti della Casa di Cupertino sulle modalità di sincronizzazione dai dati musica e video verso i server. Apple e Samsung stanno combattendo per il controllo del ricco mercato degli smartphone, stimato nel 2011 in oltre 200 miliardi di dollari, a colpi di carte bollate in quattro continenti. Nel 2011 la società californiana aveva citato in giudizio a Tokyo la rivale Samsung, il più grande produttore al mondo di telefoni cellulari, accusandola di violare alcuni suoi brevetti nei modelli Galaxy S, Galaxy Tab e Galaxy S II, e chiedendo - secondo la stampa nipponica - un risarcimento danni di 100 milioni di yen (circa 1,2 milioni di dollari). La linea Galaxy è venduta in Giappone da NTT DoCoMo, il più grande operatore di telefonia mobile del Giappone.
fonte: repubblica.it
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