mercoledì 27 giugno 2012

Nintendo: Wii U avrà un prezzo ragionevole


La nuova console dovrebbe raggiungere i negozi entro la fine dell'anno, ma al momento non è ancora stato confermato quale sarà la cifra che gli appassionati dovranno sostenere per portarsi il nuovo apparecchio nel salotto di casa.
Nel corso di un'intervista rilasciata al quotidiano nipponico Yomiuri Shimbun (puntualmente tradotto da Andriansang), Iwata ha specificato di non aver ancora rivelato il prezzo a causa della pianificazione di un lancio contemporaneo a livello globale, assicurando peraltro che si tratterà di una cifra "ragionevole".
"Non vogliamo compiere lo stesso errore che abbiamo fatto col prezzo di 3DS, che è stato considerato particolarmente alto dai consumatori", ha spiegato.
Nelle scorse settimane Michael Pacther, analista di Wedbush Securities, aveva dichiarato che Wii U potrebbe essere venduta al prezzo di 300 dollari la lancio, anche se la cifra ideale per catalizzare le vendite sarebbe di 250 dollari. Secondo lo stesso Pacther il nuovo hardware rischia di avere dei problemi sul versante software, mancando ad oggi annunci relativi a prodotti di primissimo livello.

Dopo Megaupload Kim Dotcom torna con una nuova piattaforma


Il re della pirateria online torna in pista con un nuovissimo progetto che lui stesso annuncia su Twitter: Megabox, una piattaforma musicale in stile iTunes. Questa volta però lo scambio è a fine di lucro: agli artisti il 90 per cento dei ricavi da ogni singolo download, al re del file sharing il restante 10%.

Kim Schmitz, conosciuto come Kim Dotcom, fondatore del sito di condivisione MegauploadKim Dotcom, il papà di Megaupload è tornato e sta per lanciare un nuovo programma di download, Megabox, che farà tornare il sorriso a molti utenti della rete, anche se non farà di certo la gioia delle case discografiche. Il re della pirateria online torna in pista infatti con un nuovissimo progetto che lui stesso annuncia su Twitter, Megabox, appunto, una piattaforma musicale in stile iTunes. Questa volta però lo scambio è a fine di lucro: agli artisti il 90 per cento dei ricavi da ogni singolo download, al re del file sharing il restante 10%. Su Kim, ora stanno decidendo le autorità neo zelandesi, che si pronunceranno il prossimo 20 agosto: nel peggiore dei casi, al gigante spettano la bellezza di 20 anni di carcere. Proprio in attesa della decisione, e mentre si trova agli arresti domiciliari, arriva l’idea del nuovo Megabox, un servizio già esistente che ha deciso di riprendere in mano:  “Le grandi major credevano che Megabox fosse morto. Artisti, gioite. Sta arrivando, vi libererà”.

Tre smartphone per l'estate

Tra creme abbronzanti, costumi e occhiali da sole, nella valigia delle vacanze non manca mai un cellulare. Anzi uno smartphone, che per gli italiani è da anni un gadget irrinunciabile. Così abbiamo provato una novità assoluta, il Panasonic Eluga, il prodotto di un marchio emergente (Huawei Honour) e uno degli smartphone Android più avanzati, il Samsung Galaxy S3. L'offerta sul mercato è vastissima, quindi il test è purmente indicativo (ma seguirà una seconda parte con altri modelli). Quelli in prova sono apparecchi di introduzione piuttosto recente, con soluzioni tecniche spesso innovative, anche se un confronto non è veramente proponibile, perché appartengono a fasce di prezzo assai differenti. Eppure ognuno, per un motivo o l’altro, potrebbe aspirare al titolo di smartphone dell’estate 2012 che si apre oggi.


Huawei Honour
Da tempo Huawei assembla smartphone e tablet venduti con marchi di altri produttori, o – più spesso – dioperatori di telefonia mobile. Più recente invece è il debutto europeo di una linea di apparecchi venduti direttamente con il marchio cinese: alla scorsa Mobile World Conference di Barcellona lo stand di Huawei era uno dei più ampi, con alcune novità degne di rilievo, come l’Ascend D, un potente smartphone quad-core.
L’Honour (anche noto come U8860) è dotato di un processore single core da 1.4 GHz, 512 MB di RAM e 4 GB di memoria interna, espandibili via microSD. La fotocamera è da 8 megapixel ed c’è pure una fotocamera frontale da 2 megapixel.  Dotazione standard da smartphone Android di fascia media, insomma, con sistema operativo 2.3.6 Gingerbread, a breve aggiornabile a Ice Cream Sandwich.
L’interfaccia è personalizzabile, come sempre con Android, ma quella standard di Huawei non brilla per eleganza (jnteressante però la modalità sblocco rapido che consente di accedere con un solo gesto alla fotocamera, al telefono o alla mail). Nell’uso, si nota ogni tanto qualche rallentamento con Flash o nelle pagine web più complesse. Per il resto, poche novità degne di rilievo: l’Honour è un apparecchio solido, un po’ massiccio, in linea con un buon terminale di uno o due anni fa. Accettabile la fotocamera, buona la durata della batteria. Prezzo discreto, ma a cercare un po’ in questa fascia si trova di meglio.

Consigliato a: chi cerca un telefono robusto e non troppo costoso
Prezzo: 299 euro

LA SCHEDA
MISURE E DIMENSIONI
Peso: 140 g
Altezza: 122 mm.
Larghezza: 61,5 mm.
Profondità 10,9 mm.
DISPLAY
Display capacitivo da 4” con risoluzione 854×480 pixel
AUTONOMIA
Batteria: Li-Ion 1900 mAh

HARDWARE E SO
Android OS
 2.3.5 Gingerbread

Processore: single core da 1.4 Ghz 
Ram: 512 MB
DATI E CONNETTIVITA'
Usb, Bluetooth 2.1 con EDR, Wifi 802.11 b/g/n, DLNA, hotspot WiFi
SUPPORTO RETI
Quad Band Gsm (850/900/1800/1900) Gprs, Edge,
MEMORIA
Interna: 4 GB espandibile con microSD fino a 32 GB
FOTOCAMERA
Posteriore da 8 MPX con supporto HDR, anteriore da 2 MPX per le videochiamate

 
 
 
Panasonic Eluga
È il ritorno della casa giapponese sul mercato europeo, dopo anni di assenza. Elegante il design, con spigoli vivi e bordi assottigliati che lo fanno sembrare meno spesso di quanto in realtà non sia. Peccato che il pulsante lock e quelli del volume siano proprio sul lato, quindi scomodissimi da usare con una sola mano: è indispensabile l’altra per tener fermo il telefono. Buoni i materiali, piacevole la finitura ruvida del retro.
Lo schermo è Amoled da 4.3 pollici con risoluzione 540 by 960 pixels. Tende un po’ al blu e i colori sono troppo saturi, ma nel complesso è un buon display, chiaro e ben definito. Discreta la fotocamera, nonostante gli 8 Megapixel: si notano spesso artefatti digitali, evidentemente usati per ridurre il rumore di fondo; la situazione peggiora col buio, perché l’Eluga non ha un flash. Accettabili invece i video.
Il processore del Panasonic è dual core con 1 GB di ram: non proprio il top della tecnologia attuale, però dovrebbe essere più che sufficiente per garantire un funzionamento fluido e veloce. Nella maggior parte dei casi è così, e anche i giochi non funzionano male, ma talvolta abbiamo rilevato qualche incertezza col sistema operativo. Che è ancora Android 2.3.5 (Gingerbread), sia pure con qualche piccolo ritocco estetico, come la possibilità di variare il numero e la disposizione delle icone sullo schermo home (fino a 20). A breve è atteso l’aggiornamento a Ice Cream Sandwich.
C’è anche la tecnologia Nfc, per pagamenti e scambio dati veloci, anche se in Italia al momento è praticamente inutilizzata. Così la caratteristica più interessante dell’Eluga è un’altra: è uno dei primi smartphone impermeabili, capace di resistere a immersioni di oltre 30 minuti in acqua senza danni (attenzione, però, non vuol dire che sia subacqueo, utilizzare il touchscreen è quasi impossibile). Ottimo per l’estate, insomma, anche se con alcuni limiti: la memoria disponibile per foto e video è limitata (poco più di 4 GB) e non espandibile, la batteria non arriva praticamente mai a fine giornata.

Consigliato a: chi passa le vacanze al bordo di una piscina
Prezzo: 429 euro
 
LA SCHEDA
MISURE E DIMENSIONI
Peso: 103 g
 Altezza: 123 mm.
 Larghezza: 62 mm.
 Profondità : 7,8 mm.
DISPLAY
540x960 a 4,3 pollici OLED touch a 16,7 milioni di colori

AUTONOMIA
Batteria: Li-Ion 1150 mAh 
Standby: 120 ore 
Conversazione: 4
HARDWARE E SO
Android OS
 2.3.5 Gingerbread

Processore: TI OMAP 4430 a 2x1 GHz (dual core)
Ram: 1 GB
DATI E CONNETTIVITA'
Usb, Bluetooth 2.1 con EDR, Wifi 802.11 b/g/n, DLNA, hotspot WiFi, Nfc
SUPPORTO RETI
Quad Band Gsm (850/900/1800/1900) Gprs, Edge, Hsdpa fino a21 Mbps
MEMORIA
Interna: 8 GB
FOTOCAMERA
8,0 Mpx
 Risoluzione foto: 3264x2448

 
 
 
Samsung Galaxy S3 
Per chi appartiene alla religione dell’omino verde, il Samsung Galaxy S3 è una delle novità più attese di quest’anno. Erede del fortunatissimo Galaxy S2 che ha venduto oltre venti milioni di pezzi, il nuovo top di gamma dei coreani è uno dei smartphone più evoluti in commercio, con un’eccellente dotazione hardware e la miglior release oggi disponibile di Android (4.0.5 con ulteriori elaborazioni da parte di Samsung).
Esteticamente è forse un po’ anonimo, per quelle linee curve che gli danno un’aria vagamente retrò, ma certo dell’S2 non si poteva dire che fosse un capolavoro di design, anzi nemmeno che un design ce l’avesse. I progettisti hanno cercato di dare un aspetto “organico” all’apparecchio, come se fosse una pietra levigata dall’acqua, ed effettivamente in mano si tiene bene, nonostante le dimensioni, anche perché pesa poco ed è bilanciato correttamente. Poi, certo, con uno schermo da 4,8 pollici, il Galaxy S3 non entrerà in tutte le tasche: ma in compenso, con video ed ebook è un piacere usarlo.
Punto di forza dello smartphone è il processore quad core Exynos, realizzato in proprio da Samsung: tutte le operazioni sono fluide e senza incertezze, anche col multitasking attivo. E, ciò nonostante, la batteria ha una durata ragionevole: arriva senza troppi problemi fino a sera (nel caso, è anche intercambiabile). Utile lo slot mini-Sd per aumentare la memoria disponibile, che così può toccare i 128 GB (partendo ovviamente dal modello con 64 GB di memoria interna). In più, Samsung offre su ogni apparecchio 50 GB di spazio su Dropbox da attivare al primo utilizzo.
Ottimo il display, non così saturo come nei modelli precedenti, con risoluzione e densità di pixel eccellenti. Molto buona anche la fotocamera, più per i miglioramenti nel software che  nell’hardware: il sensore è da 8 Megapixel, come sul modello precedente e le lenti sono analoghe, ma adesso è possibile scattare fino a 20 immagini in rapida successione e scegliere la migliore, i video sono in full HD, con possibilità di zoom, fuoco continuo e stabilizzatore (e anche di estrarne delle foto di buona qualità). Interessante, ma un po’ invasiva, la possibilità di taggare automaticamente le persone presenti nelle immagini.
E qui è forse il caso di approfondire un po’ il discorso software, che dovrebbe fare la differenza rispetto ai concorrenti. Il Galaxy S3, nella visione di Samsung, è tutto “smart”: ha lo Smart stay, per evitare che il display si spenga mentre lo stiamo usando (la fotocamera anteriore riconosce se davanti ha una persona e rinvia lo standby), poi c’è lo Smart alert, con cui il cellulare avviserà di tutti i messaggi o le chiamate perse, vibrando quando il telefono viene sbloccato. Con S Voice (ma la S starà per Smart o Samsung?), infine il Galaxy S3 ascolta e risponde ai comandi, attiva programmi, cerca sul web e fa mille altre cose. Ma manca dell’ironia di Siri, l’assistente vocale dell’iPhone, e soprattutto non sempre funziona come dovrebbe. Un po’ perché il riconoscimento delle parole in italiano non è perfetto (certo, Siri non ce l’ha affatto per ora), un po’ perché l’implementazione potrebbe essere migliorata. Ecco un esempio di funzionamento: si preme un pulsante per attivare S Voice, poi si dice cosa fare (proviamo con “Aggiorna Facebook”), quindi si detta. Più o meno tutto ok, anche se S Voice sembra impaziente e spesso tronca la frase a metà; poi però arriva il momento di pubblicare lo status su Facebook, e allora il Samsung offre due scelte a video (aggiorna e annulla) e tre vocali (aggiorna, annulla, ripeti messaggio). Non siamo mai riusciti né a ripetere né ad aggiornare vocalmente, è stato necessario usare il touchscreen.
Ci si poteva aspettare qualche sforzo in più anche nell’integrazione con i vari comandi: con la voce, ad esempio, è possibile avviare la fotocamera, ma non scattare una foto. Così, allo stato delle cose, e almeno in italiano, il Galaxy S3 non segna ancora il debutto in grande stile dell’assistente vocale sulla piattaforma Android, ma certamente a breve arriveranno aggiornamenti e migliorie che sistemeranno queste incertezze. Ad oggi, comunque, il nuovo Samsung è il migliore degli terminali Android sul mercato, per il mix ben riuscito di tecnologie hardware e software, per la solidità e l’affidabilità: proprio come il modello precedente, che rimane in vendita a presidiare la fascia media. Peccato solo per il prezzo (a listino è alto, ma ci sono in giro parecchie offerte e sconti, basta cercare).

Consigliato a: chi vuole il massimo
Prezzo: 699 euro

LA SCHEDA

MISURE E DIMENSIONI
Peso: 133 g
 Altezza: 136,6 mm.
 Larghezza: 70,6 mm.
 Profondità : 8,6 mm.
DISPLAY
720x1280 a 4,8 pollici Super AMOLED HD touch a 16,7 milioni di colori
 con Gorilla Glass 2, 306 ppi

AUTONOMIA
Batteria: Li-Ion 2100 mAh
 Standby: 220
 ore Conversazione: 8 ore
HARDWARE E SO
Android OS
Versione: 4.0 Ice Cream Sandwich, UI TouchWiz
Processore: Exynos 4212 a 4x1,4 GHz (quad core)
Ram: 1 GB
DATI E CONNETTIVITA'
Usb, Bluetooth 4.0 con EDR, 
Wifi 802.11 a/b/g/n, DLNA, AllShare, hospot WiFi,
Nfc
SUPPORTO RETI
Quad Band Gsm (850/900/1800/1900)
, Gprs, Edge, Hsdpa fino a 21 Mbps
MEMORIA
Interna: 16, 32 o 64 GB Mb
 Esterna: microSD/SDHC fino a 64 GB
FOTOCAMERA
8,0 Mpx + 1,9 Mpx
 Risoluzione foto: 3264x2448
 Risoluzione video: 1080p a 30 fps


VIDEO E TV
Uscita Tv: MHL A/V link


fonte lastampa.it

Swype, la miglior tastiera per Android


Le tastiere virtuali presenti sulle ultime versioni diAndroid (diciamo da Gingerbread in avanti) sono generalmente di buon livello. Il problema è che spesso vengono stravolte dalle personalizzazioni troppo ambiziose dei produttori di cellulari, che finiscono in questo modo per snaturarne le funzionalità (e l’efficienza).
Se come me non siete soddisfatti degli strumenti di scrittura offerti “di serie” dal vostro cellulare intelligente o magari state solo cercando qualcosa di più raffinato, vi consiglio di dare un’occhiata a Swype, la tastiera presentata qualche giorno fa da Nuance Communications e disponibile in versione beta.
Si chiama Swype, proprio come il sistema di inputazione “a scorrimento” che per molti è l’evoluzione del T9. In realtà siamo di fronte a una tastiera multitasking in grado di operare secondo quattro differenti modalità di inserimento: oltre al già citato Swype, appunto, c’è la modalità classica, quella “assistita” (che sfrutta cioé la funzione di completamento automatico XT9) e la dettatura.
Qualunque sia la tipologia di scrittura utilizzata (io per esempio rimango fedele alla modalità classica), Swype impressiona favorevolmente per due aspetti: la precisione e la razionalità.
La precisione (primo requisito di ogni buona tastiera, che non c’è peggio di scrivere fischi per fiaschi) è garantita da un’eccellente sagomatura dei tasti virtuali, ben dimensionati, spaziati il giusto e soprattutto sensibili al tocco. Quanto alla razionalità, è apprezzabile la possibilità di utilizzare tre livelli di pressione(breve per il carattere in primo piano, più lungo per il quello in apice, long press per tutte le altre opzioni), sia il livello di pertinenza e discrezione del sistema di scrittura predittiva: i suggerimenti e le correzioni automatiche non sono mai invasive (e in ogni caso sono sufficientemente personalizzabili), anche perché - spiega Nuance - sono studiate per adattarsi al contesto della frase.
Swype-3
Vale la pena spendere due parole anche sul sistema di riconoscimento vocale che sta alla base della funzione di dettatura. Migliorare il software di Google non era impresa facile ma la tecnologia di voice recognition di Dragon fa davvero quello che dice: traduce (quasi) alla lettera tutto ciò che ascolta, anche quando ci sono di mezzo testi un po' prolissi.
Da sottolineare, in ultimo, la presenza di un dizionario personalizzato: ogni nuova parola immessa con la tastiera –  via sms, ma anche via email, social network o testi generici - viene automaticamente inserita nel vocabolario di Swype cosicché possa essere utilizzata anche in seguito. Il tutto a prescindere dal tipo di inputazione utilizzata.

lunedì 25 giugno 2012

Windows Phone 8: nulla è cambiato, tutto è cambiato


Guardi distrattamente la prima demo del nuovoWindows Phone 8 e pensi che in fondo nulla è cambiato. Il sistema operativo in formato tascabile diMicrosoft si presenta con i soliti piastrelloni dinamici tanto snobbati dagli Apple-fan quanto apprezzati dagli utenti che cercano una piattaforma centrata sull’informazione.
Poi cominci a mettere a fuoco il tutto e ti rendi conto che qualcosa è cambiato. Ti accorgi per esempio che le piastrelle sono in tre formati diversi (grandi, medie e piccole), che Skype è stato integrato in modo decisamente migliore, che le mappe Nokia sono di serie e che i Windows Phone accettano ora anche lemicro-Sd e i processori multi-core.
E poi scopri che il nuovo Windows Phone 8 è meno rigido del suo predecessore, perché può cambiarsi d'abito in base alle taglie dei display (tre, o forse quattro differenti risoluzioni), che può essere controllato attraverso comandi vocali (qualcuno ha detto Siri?) e che dispone di un’applicazione per integrare isistemi per i pagamenti di prossimità (basati cioè su standard NFC) come Google Wallet ed Apple Passbook.



Ma è in profondità che si vede il vero lavoro di sartoria dei programmatori di Microsoft. Che di fatto hanno ribaltato il kernel, praticamente lo scheletro del sistema operativo, per renderlo più robusto, ma soprattutto per avvicinare i Windows Phone al resto dell’ecosistema di Redmond. Il risultato si chiama Windows Core e si potrebbe considerare come il prolungamento - lato smartphone - di Windows 8, il sistema operativo che dal prossimo autunno equipaggerà sia i PC che i tablet motorizzati Microsoft (Surface compreso).
Un bel vantaggio per gli utenti, ma anche per gli sviluppatori – promette Microsoft – giacché d’ora in avanti si potranno creare applicazioni per il mondo fisso come e per quello mobile senza fare troppe evoluzioni. Ben inteso che le oltre 100 mila applicazioni oggi proposte sul MarketPlace saranno comunque compatibili.
Per concludere: sono passati più di 25 anni dall'uscita della prima versione di Windows per Pc, e più di 10 dal primo sistema operativo Microsoft per il mondo dei dispositivi portatili. Mai come oggi, però, la società fondata da Bill Gates può dire di aver trovato un punto di contatto così convincente fra i due mondi.
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Facebook: ecco il Trova amici nelle vicinanze


Il passo, d'altronde, era atteso. Dopo aver acquisito Glancee, uno fra i temporary social network più noti degli ultimi tempi (e di ideazione italiana), Facebook ne implementa potenzialità e tecnologie e lancia il proprio servizio per sapere quali amici sono nei paraggi.
Non ancora ufficialmente lanciato in Italia, la nuova opzione di geolocalizzazione si chiama, molto lapalissianamente, Trova amici nelle vicinanze e funziona sulle app per smartphone e tablet del social network oppure direttamente sul sito mobile della piattaforma di Mark Zuckerberg.

"Ho costruito Trova amici nelle vicinanze con un altro sviluppatore nel corso di un incontro per scrivere codice informatico – ha spiegato a TechCrunch Ryan Patterson, uno degli sviluppatori – inizialmente doveva chiamarsi Friendshake, ma ci siamo messi d’accordo per chiamarlo Trova gli amici nelle vicinanze per il suo lancio". E forse, a ben vedere, Friendshake – per quanto meno chiaro – poteva risultare più lineare e compatto, come etichetta. Ma tant'è.
Trova amici nelle vicinanze è semplice e funziona per tutti gli iscritti. Insomma, non vi segnala solo i vostri amici che sono nei paraggi ma chiunque. E qui stanno anche un po' d'insidie. In soldoni, l'utente accede alla pagina del servizio e può visualizzare chi gli siede a fianco, o sta passando a poca distanza in quel momento, a patto ovviamente che anche questi sia contemporaneamente registrato. Viceversa, nessuna geolocalizzazione sarà possibile.
"Per quanto mi riguarda – ha aggiunto Patterson – l'uso ideale per questo prodotto è quando sei fuori con un gruppo di persone che hai incontrato da poco e con cui vuoi rimanere in contatto. Il sistema di ricerca di Facebook può rivelarsi efficace, così come la possibilità di condividere l'indirizzo della propria Timeline o un biglietto da visita, ma questo sistema offre un modo per scambiare informazioni con più persone in maniera più agile".
Non una parola, tuttavia, sugli usuali e annosi problemi di privacy: come negli altri temporary social network come SonarHighlight e compagnia, si passa pericolosamente dal virtuale al reale. Con tutte le conseguenze del caso.