mercoledì 21 novembre 2012

Arriva la video chat su Nintendo Wii


La video chat arriva in salotto tramite console Wii grazie ad un accordo tra Nintendo e Vidyo. La piattaforma Vidyo, oltre a supportare la Wii U Chat, consentira' ai game developer di inserire le video chat nei giochi da loro creati. La console Wii U di Nintendo e' arrivata da pochi giorni sul mercato americano, in Italia e nel resto d'Europa uscira' il 30 novembre. La console, in alta definizione, ha la grande novita' del controller, il GamePad, simile ad un tablet.

fonte Ansa

Sfida all’ultimo tablet per Amazon


Lo scorso settembre Amazon aveva presentato il suo Kindle Fire pronto per
 insidiare due mercati, quello degli e-book reader e quello dei tablet.
 Il Kindle Fire ha debuttato in un settore affollato di concorrenti, come il
 Galaxy Tab 2 di Samsung, il Nexus 7 di Google-Asus e il neonato
 Ipad mini di Apple arrivato a novembre.
Il Kindle si è fatto conoscere lo scorso anno diventando 
uno dei gadget più venduti durante le feste natalizie
costava poco, era semplice da usare ed ha portato i libri
 digitali anche tra le mani di chi non è mai stato un fan
 della tecnologia.
Quest’anno Amazon ha rinnovato la sua gamma di lettori e-book con nuovi modelli, 
ma la sfida si è spostata sul campo dei tablet: la tavoletta di Amazon è al momento la 
più venduta al mondo nel settore dei7 pollici.
Il Kindle Fire e il Kindle Fire HD sono simili ma al tempo stesso molto diversi: i file 
dei contenuti HD sono di maggiori dimensioni rispetto a quelli in definizione standard 
e richiedono la più avanzata tecnologia Wi-Fi per essere trasmessi velocemente e
 correttamente. Le due versioni differiscono anche nel prezzo: Il Kindle Fire HD è 
disponibile in due versioni, da 16 e 32 Gb di memoria, al prezzo rispettivamente di 
199,00 e 249,00 Euro mentre il Kindle Fire è in vendita al prezzo di 159,00.
Il nuovo Kindle Fire HD ha uno schermo ad alta definizione dotato di un particolare
 filtro antiriflesso, del sistema audio Dolby Digital plus, di un Wi-Fi HD Ready con 
supporto dual band e doppia antenna: il tutto al prezzo di 199 euro per la versione 
da 16 Gb, un prezzo notevolmente più contenuto rispetto a quello dell’Ipad.
Il Kindle Fire HD è subito pronto, non è necessaria nessuna configurazione; è il 
tablet da 7 pollici più avanzato dal prezzo contenuto, molto sottile e leggero,
 ha un ottimo display, un’interfaccia semplice, una buona autonomia di carica della 
batteria di 11 ore. Gli unici limiti sono l’alimentatore non incluso e la possibilità di 
installare le app solo dallo Store Amazon.
Queste alcune delle caratteristiche principali, senza dimenticare che sia 
Kindle Fire sia Kindle Fire HDoffrono accesso a milioni di video 
attraverso applicazioni, canzoni, giochi, giornali e riviste.

Samsung prima nell'era dello smartphone


Le analisi di mercato confermano la crescita del settore dei terminali "intelligenti", anche se il mercato nel complesso è in discesa. Benissimo Samsung e Android, bene Windows Phone e Apple, male Nokia
Roma - Le ultime analisi Gartner sul mercato dei terminali mobile fotografano una situazione complessa e in pieno divenire, con i risultati complessivi viranti sul negativo ma una crescita notevole degli smartphone, la conferma di Samsung e Android, la "speranza" Windows Phone e la debacle Nokia.

I numeri forniti da Gartner prendono in considerazione il terzo trimestre dell'anno: nel complesso l'intero mercato dei terminali mobile è in discesa con un meno 3 per cento di terminali venduti (428 milioni di unità). La cosiddetta era post-PC non fa poi molto meglio dei PC, dice Gartner, mentre gli smartphone acquistano sempre maggior importanza nel più generale mercato mobile con un più 47 per cento di vendite anno-su-anno.

Sono 169,2 milioni i "terminali intelligenti" venduti nel terzo trimestre del 2012, e non a caso si tratta del settore in cui si registrano i maggiori margini di profitto per i big player vecchi, nuovi e riconfermati. Samsung ha venduto 98 milioni di terminali (intelligenti o meno) in totale, sostiene Gartner, e si posiziona dunque al primo posto della classifica dei produttori (22,9 per cento del mercato) spodestando Nokia (19,2). Apple, in questo caso, si avvista solo al terzo posto con il 5,5 per cento - in crescita, rispetto all'anno scorso.

Passando dal mercato complessivo a quello degli smartphone, invece, le cose acquistano una dimensione diversa e Nokia viene sbalzata dal terzo posto al settimo: le vendite di Windows Phone sono cresciute notevolmente ma continuano a rappresentare una goccia (2,4 per cento) nel mare magnum del mercato.

Chi continua a credere sulla "scommessa" Windows Phone (una scommessa che cresce di un singolo punto all'anno da due anni) è ovviamente Steve Ballmer, l'esuberante CEO di Microsoft che definisce la concorrenza incontrollata e selvaggia (Android) o troppo controllata costosa (Apple). Microsoft è tornata a innovare con un ecosistema (Windows 8/RT, Windows Phone) in cui il concetto di "PC" viene condiviso fra vari form factor, sostiene Ballmer: per questo non sarebbe detta, ancora, l'ultima parola.

fonte punto-informatico.it

Apple Mac OS X 10.9 Lynx: Siri e mappe nel nuovo SO della mela


OSX109Lynx
Da poco sul mercato, il Leone e il Leone di montagna di Apple avranno presto un degno successore. Sarà Lynx, la Lince, che identificherà OS X 10.9, il nuovo sistema operativo che potrebbe arrivare già nel 2013 con alcune novità che, come ultimamente accade, sono mutuate da iOS.

Su tutte Siri, l'assistente vocale che fa parlare milioni di iDevice, sicuramente perfettibile, e Mappe, altra grande scommessa della mela che non ha avuto un grande successo al lancio, anzi, ma che piano piano verrà migliorata ed entrerà a pieno titolo anche nei computer di Cupertino.
Nuova grafica che accompagnerà anche quella di iOS 7che si preannuncia come rivoluzione della nuova Apple del post Steve Jobs e, soprattutto, post suoi favoriti che pian piano iniziano a lasciare l'azienda. Una nuova scommessa della potente azienda d'oltreoceano che si batte su più fronti contro una Google in grande crescita e che sta dando parecchio fastidio.
Di OS X 10.9 si sono già trovate tracce in Rete, ora non resta che attendere il suo annuncio ufficiale che verrà verosimilmente dato in uno dei prossimi appuntamenti con la stampa di Apple.

martedì 20 novembre 2012

iPad Mini: è arrivato il modello cellular, ecco le offerte dei gestori


iPad Mini, uscito lo scorso 2 novembre nella sua versione Wi-Fi only, è finalmente arrivato nella sua versione che include, oltre al wireless anche la connessione cellular. E con lui sono, ovviamente, arrivate anche le offerte delle varie compagnie telefoniche, che includono un piano tariffario e la Nano-SIM.
Tre Italia offre una tariffa unica ma davvero interessante: con 5 euro si hanno a disposizione 3 GB al mese di navigazione internet, scaduti i quali ogni 10 MB si pagherà 20 centesimi. Inclusa nell’offerta anche l’opzione all’estero come a casa che permette di navigare alle tariffe nazionali anche in Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Hong Kong, Irlanda e Svezia (ovviamente se coi si connette ai relativi operatori Tre nazionali), mentre a parte è da effettuare l’acquisto della USIM (3 euro con altrettanto traffico incluso).
Anche con Vodafone è possibile usufruire di una delle tante offerte per acquistare una Microsim con internet incluso in abbonamento: tra le offerte presenti, molto interessanti sono Internet Go e internet Fly. La prima, al costo di 20 euro al mese, permette di avere ben 5 GB di navigazione a una velocità di 14.4 Mbps, mentre ben 7 GB con velocità massima di 43,2 Mbps, sono inclusi nell’offerta internet Fly, il cui prezzo è di 25 euro al mese.
Ricordiamo che iPad Mini nella sua versione Wi-Fi e cellular costa 459, 559 e 659 a seconda della memoria, rispettivamente di 16, 32 o 64 GB. Il modello con solo Wi-Fi è, invece, più economico: 329, 429 o 529 euro per i modelli da 16, 32 e 64 GB. Entrambi hanno, al momento, sono disponibili entro 2 settimane se li si acquista dall’Apple Store.

Samsung Il fascino della Smart Tv


Se si devono isolare un paio di elementi che hanno caratterizzato l'evoluzione della televisione negli anni più recenti, per intenderci dopo l'avvento dell'Alta Definizione, ci sono pochi dubbi: uno è il 3D, l'altro la Smart Tv. Ma mentre del primo il consumatore medio sa ormai tutto, sul secondo esiste ancora una diffusa ignoranza tecnologica. Un peccato perché a ben vedere disponendo di un modello attrezzato con entrambe le funzionalità, il tempo dedicato alla visione tridimensionale risulterà di molto inferiore a quello trascorso, appunto, beneficiando delle molteplici opportunità multimediali offerte dalla Smart Tv. Cominciamo proprio dalla definizione, anch'essa in continuo aggiornamento: infatti, se prima si identificava il concetto di Smart Tv con tutte le funzionalità derivanti dalla capacità della televisione di connettersi al Web, adesso il raggio d'azione si è ulteriormente esteso e comprende modalità di controllo dell'apparecchio che vanno ben al di là dell'uso del tradizionale telecomando.

Riconoscere a Samsung il ruolo di azienda che maggiormente punta sulla Smart Tv non è un omaggio indebito ma la pura realtà, tanto che la stessa definizione viene spesso ritenuta una caratteristica propria dei modelli prodotti dal colosso coreano. E con lo scopo di illustrare lo stato dell'arte, Samsung ha dato appuntamento ai media per mostrare all'opera il suo attuale modello top di gamma, lo Smart Tv LED ES8000, disponibile sul mercato italiano con tagli da 55, 46 e 40 pollici. Al riguardo il costruttore vola decisamente alto, ritenendolo capace di «rivoluzionare completamente il modo di vivere e gestire l’esperienza di intrattenimento domestico, trasformando ulteriormente le modalità di interazione dei consumatori con il proprio Smart TV: da oggi la TV parla con l’utente e capisce i suoi bisogni». Ora, al di della comprensibile enfasi, c'è da dire che la prova sul campo ha rivelato caratteristiche dell'apparecchio addirittura impensabili fino a qualche tempo fa.

In particolare, Samsung scompone in tre il concetto di Smart Tv, parlando di interazione dell'utente, fruizione di contenuti ed ecosistema di dispositivi. Partiamo dalla "Smart Interaction", ovvero una piattaforma di controllo della Tv estesa come non mai, che comprende riconoscimento gestuale, vocale e facciale grazie al doppio microfono e alla webcam integrata. Nella pratica diventa così possibile accendere o spegnere a voce la televisione dicendo "Ciao Smart Tv", alzare o abbassare il volume con le parole "Volume su" o "Volume giù", piuttosto che cambiare canale chiedendo quello desiderato, mentre con un gesto della mano si può ricercare contenuti all’interno del browser, navigare in Internet, selezionare un link o un contenuto, nonché scorrere i menù per scaricare le App. Inoltre, Smart Tv riconosce il profilo di chi è davanti al dispositivo grazie alla memorizzazione del volto, facendo così accedere l’utente direttamente ai suoi contenuti preferiti.

Per "Smart Content" si intende la fruizione multimediale che si arricchisce di contenuti grazie alla disponibilità di numerose applicazioni in grado di soddisfare gli interessi più diversi. Il tutto avviene mediante la piattaforma Samsung Apps, da cui è possibile scaricare sullo Smart Hub del proprio televisiore fino a 363 App (la cui fruizione è gratuita o a pagamento), di cui 305 internazionali e 58 nazionali. Il terzo pilastro è rappresentato dallo "Smart Ecosystem", che si basa sulla capacità del Tv LED ES8000 (oltre che di vari altri modelli della gamma Samsung) di sfruttare la connessione WI-FI integrata per comunicare con tutta una serie di dispositivi esterni. Gli esempi sono molteplici: ci sono applicazioni che permettono di controllare a distanza la propria casa utilizzando uno smartphone e sfruttando la webcam integrata della Tv; lo stesso smartphone, piuttosto che un tablet, può divenire un ulteriore schermo televisivo attivando l’applicazione "Second View" che consente, appunto, di vedere il medesimo contenuto riprodotto dalla Tv stazionando in un altro ambiente della casa, oppure visualizzare contemporaneamente un canale differente. A completare il quadro c'è poi il cloud, o meglio, il trasloco sulla "nuvola" anche della televisione. Avviene attraverso il servizio "AllShare Play", che permette di condividere e caricare contenuti multimediali tramite qualsiasi dispositivo - smartphone, tablet, fotocamere Wi-Fi e Pc - indipendentemente dalla propria posizione interna o esterna alla casa.

Quei geni, nuovi schiavi dell'hi-tech La dura vita dei fabbricanti di app



Siamo diventati tutti schiavi delle applicazioni sui telefonini. Ma ci sono schiavi che sono più schiavi di altri: e sono proprio gli autori delle applicazioni. Non lasciatevi abbagliare dai luccichii della Mela. Al compleanno dell'iPhone, che ha compiuto un lustro giusto quest'estare, Apple sventolava i soliti numeri record: 650mila app soltanto nel suo store, un mercato che aveva fatto guadagnare agli sviluppatori 5 miliardi di dollari. Peccato che alla miriade di ingegneri arrivino solo le briciole. Lavorano come free lance. Non hanno assicurazione sanitaria. Non hanno pensione. E su pochissimi veri geni capaci di fare il botto quelli che arrancano sono invece la maggioranza.

Intendiamoci: nel panorama dell'occupazione Usa che si sta appena ripopolando dopo la Grande Recessione, il settore tecnologico resta quello trainante. Solo nel 2010 gli ingegneri sono cresciuti dell'8 per cento mentre tutto il mercato del lavoro si contraeva. Ormai ci sono più ingegneri che allevatori. E il boom sta portando al raggiungimento di un altro traguardo: il superamento del numero degli avvocati, che in questo paese litigiosissimo sono gettonatissimi. I numeri più aggiornati li sforna il New York Times nell'ultimo capitolo della sua inchiesta sulla iEconomy. Le prime app sono state lanciate sull'Apple Store 4 anni fa e da allora la Mela ha già pagato 6.5 miliardi di royalties: un mercato quindi in crescita di un miliardo e mezzo da questa primavera a oggi. Di più. 
Un studio commissionato da TechNet ha calcolato che l'intera "app economy" ha prodotto quasi mezzo milione di nuovi posti di lavoro: per la precisione 466mila. Non solo Apple ovviamente: è un calcolo che tiene conto del mercato della Mela, di Android (che è di Google) e naturalmente di quella Facebook sempre più in espansione. 

I conti della sola Apple come sempre sono molto più rosei degli altri. I nipotini di Steve Jobs hanno calcolato che le applicazioni della Mela hanno creato almeno 291.250 posti di lavoro: una crescita del 39 per cento rispetto allo scorso anno. E quanti sarebbero quelli che lavorano solo alle app di Apple? Almeno 275mila persone: il 10 per cento in più sempre rispetto all'anno scorso. Occhio: è l'unico dato sul quale c'è poco da discutere. Perché rappresenta tutte le persone che hanno versato i 99 dollari annui per registrarsi come sviluppatori Apple. E già: la Mela, prima di dare, prende...

Eppure la verità che spunta dietro i numeri è un'altra. Ethan Nicholas, per esempio, è un signore che ha fatto 1 milione di dollari con iShoot, un giochino che è stato bestseller sull'Apple Store. Ma questo nel 2009. Oggi, dice l'ingegnere 34enne, la concorrenza è così numerosa che difficilmente si potrebbe ripetere l'exploit. Prendete per esempio la storia di Shawn e Stephanie Grimes. Per inseguire il loro sogno di sviluppatori di app hanno venduto tutto, auto compresa, hanno affittato la loro casetta e sono andati a vivere dai genitori: ma quanto potranno ancora resistere? Mica tutti sono così fortunati come Kevin Systrom, il giovane ingegnere che ha avuto la bella idea di una app chiamata Instagram e poi è stato praticamente miracolato da un certo Mark Zuckerberg: che se l'è pappata per un miliardo di dollari. La torta è troppo grande, le fette troppo piccole. Molte app sono free e quelle che costano non costano più di uno, due, tre, quattro dollari le più care. I Grimes citati dal New York Times non guadagano per esempio più di 20 dollari al giorno: un po' troppo per tirare avanti un'azienda che sostenga marito e moglie. 

Del resto c'è poco da girarci intorno. La geniale idea con cui il geniale Steve Jobs aprì l'Apple Store, luglio 2008, era semplicissima: "Far vendere più iPhone". Punto. Le app dovevano servire come stimolo all'acquisto. Per carità: da allora ci hanno cambiato la vita. Che cosa non si fa con una app? Dalla lettura diRepubblica alla scelta del cinema passando per i giochi, la musica, il fitness e la salute (gli ultimi due campi in via di sviluppo). Ci hanno cambiato la vita: ma non hanno cambiato quella degli sviluppatori. Anche perché sempre il solito Steve Jobs mise subito le cose in chiaro: il 30 per cento degli incassi vanno ad Apple. Una tassa così alta che nessuna applicazione riuscirà mai ad aggirare.

fonte: repubblica.it