mercoledì 15 febbraio 2012

BitTorrent Live vuole assassinare la TV tradizionale


Credits: BitTorrent
Credits: BitTorrent
Bram Cohen lo dice senza giri di parole: “Il mio obiettivo è far fuori la televisione.” Non sta esagerando, non si tratta di una metafora, l’ideatore del protocollo peer-to-peer BitTorrent, che negli ultimi anni ha letteralmente rivoluzionato il mondo della condivisione in Rete, è convinto di aver trovato il modo di mandare in pensione la vecchia televisione.  In questi giorni Cohen ha lanciato la versione beta di BitTorrent Live, un servizio a cui sta lavorando da più di 3 anni e che punta a sostituire con il P2P i tradizionali sistemi di broadcasting televisivo .
L’idea di Cohen è questa: oggi, per trasmettere via etere un contenuto televisivo  è necessario sostenere costi enormi; per trasmetterlo in Reteinvece sono necessarie infrastrutture che ancora non sono state del tutto perfezionate e si devono affrontare problemi di banda difficilmente trascurabili. Come fare allora a permettere a un produttore di contenuti (o a un editore) di minimizzare i costi relativi alla loro trasmissione? Semplice: basta fare in modo che i telespettatori siano allo stesso tempo fruitori emittenti. Che poi è il principio alla base del P2P
L’infrastruttura fisica della televisione è destinata a scomparire, ma la televisione come modo di consumare contenuti durerà nel tempo.” hadichiarato Cohen, annunciando il lancio in beta di BitTorrent Live. Stando ai suoi creatori, la piattaforma è in grado di distribuire contenuti a milioni di utenti garantendo meno di 5 secondi di delay. Questo perché il trasferimento di dati si basa al 99% sugli utenti stessi.
Quello che stiamo cercando di fare” afferma il Chief Strategy Officer di BitTorrent Shahi Ghanem “è partire dal miliardo di PC che in tutto il mondo sono tra loro interconnessi e creare un modo perché possano usufruire di una capacità di immagazzinamento distribuita. Piuttosto che uploadare tutto in un data center, ovvero una cloud, perché la cloud non possono essere questo miliardo di PC connessi l’uno all’altro, condividendo spazio su disco, potere computazionale e larghezza di banda?
Bram Cohen non poteva scegliere un momento migliore per il lancio della versione beta, dal momento che con la chiusura di Megaupload e i tentativi legislativi di arginare la pirateria, gran parte dei riflettori sono puntati sul mondo del P2P. Alle orecchie di molti, il nome BitTorrent avrà fatto trillare un campanello che come eco ha “pirateria”. In realtà, la creatura di Bram Cohen non è minimamente vulnerabile ai blitz dell’FBI o a qualsivoglia accusa di pirateria (un discorso diverso, invece, vale per i suoi utenti). Questo perché BitTorrent non è una piattaforma che ospita e diffonde materiale piratato, bensì un protocollo progettato per la condivisione di file in Rete e, tra le altre cose, di recente è stato ripreso da alcuni ricercatori della UCLA engineering per sviluppare un sistema per la condivisione di informazioni in wireless tra auto connesse, chiamato CarTorrent.
Non stupisce, dunque, che gli interlocutori iniziali con cui Cohen e colleghi hanno cominciato a negoziare non siano gli utenti, né tantomeno le autorità garanti della privacy, quanto gli editori e i produttori di contenuti, gli stessi per cui oggi il P2P è l’equivalente commerciale di Satana. Una volta superati i limiti e gli ostacoli che BitTorrent Live dovrà necessariamente affrontare (problemi di ridondanza accessibilitàfluida ai file, ad esempio), il servizio creato da Cohen potrebbe permettere a qualunque possessore di un contenuto web video ditrasmetterlo a milioni di utenti pagando cifre incredibilmente limitate, se confrontate ai costi dell’attuale broadcasting televisivo.
E a quanto pare, tra i produttori televisivi americani c’è già chi sta testando BitTorrent Live, pronto a cavalcare fin da subito un’onda che si preannuncia devastante.

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