mercoledì 29 febbraio 2012

Non è smartphone senza il pieno di chip

INVIATO A BARCELLONA
Rivoluzione è una parola inflazionata, e tuttavia il Mobile World Congress che si è aperto lunedì a Barcellona ha bisogno di stimoli, per compratori, imprenditori, operatori. La tecnologia portatile continua a crescere, con 472 milioni di smartphone venduti nel 2011, il 58 per cento in più rispetto allo scorso anno, ma per quanto ancora?




La tecnologia 
Per molti la rivoluzione è nei processori, che ogni anno raddoppiano. Da un nucleo solo si è passati a due, e adesso va assai di moda il quad-core. Quattro chip in un solo involucro: una prova di forza tecnologica da parte di Qualcomm e Nvidia, i principali produttori di cervelli di silicio per smartphone e tablet. Gli apparecchi di ultima generazione reagiscono all’istante ai comandi, se la cavano egregiamente con i filmati in alta definizione e col 3D: i cinesi di Huawei hanno mostrato giochi per Android su un televisore da 50 pollici, riprodotti da uno smartphone Ascend («il più veloce del mondo»). Ma anche il Sony Xperia S, che ha due soli chip, funziona molto bene con il multimedia, tanto che è disponibile un dock per collegarlo a tv e tastiera e mouse bluetooth, per usarlo come fosse un pc.

Il design
Nella Fiera degli smartphone sono più numerosi i tablet, ma c’è spazio anche per soluzioni intermedie. Dopo il Samsung Galaxy Note, primo ibrido tablet-smartphone, arriva l’Optimus Vu di Lg che ha un display da 5 pollici, con rapporto 4/3 (come i vecchi televisori). Ma è troppo largo, e anche chi ha mani grandi farà fatica a telefonare. Una rivoluzione mancata è l’Asus PadFone, smartphone che con un accessorio diventa tablet e, con un altro ancora, si trasforma in computer portatile. Buona idea, perché i file sono sempre nella memoria del telefonino e non servono sincronizzazioni tra vari apparecchi, peccato che sia più pesante di un normale laptop. Come il Galaxy Note, il PadFone ha un pennino: ma in questo caso funziona pure da vivavoce.

Sfida continua
Nella corsa al superlativo, per fortuna qualcuno pensa anche al prezzo, così il Lumia 610 è il più economico tra gli apparecchi con Windows Phone. Nokia lo introdurrà sul mercato a maggio, per 189 euro: una mossa aggressiva per garantire un futuro al sistema operativo di Microsoft, fermo intorno al 2 per cento, ma anche alla stessa casa finlandese. Cui si deve una delle novità del MWC: un telefonino con sensore da 41 Megapixel, mai visto nemmeno su fotocamere di livello professionale. I risultati sono stupefacenti, però il PureView 808 nasce con il vecchio sistema Symbian e non è aggiornabile: «Ci abbiamo messo quasi due anni per realizzare questa fotocamera, la useremo anche su altri modelli», promette Ukko Lappalainen, responsabile sviluppo di Nokia.

Come una carta di credito
Altro tema assai discusso è il mobile payment, che promette di trasformare il cellulare in una carta di credito per acquisti sul web e nei negozi. Dopo molti annunci, pare che il 2012 sarà l’anno della svolta: a Londra per le Olimpiadi ci saranno tremila punti abilitati dove basterà sfiorare un sensore con lo smartphone per pagare biglietti e servizi; la tecnologia si chiama Nfc, Near Field Communication. L’iniziativa olimpica nasce dall’accordo fra Samsung e Visa, ma sui pagamenti via telefonino scommettono in tanti, da Vodafone a Ericsson (che ha coinvolto Western Union), da Facebook a eBay (con Paypal). A Barcellona i biglietti della metro si possono già pagare con il cellulare. Non è una ancora rivoluzione, ma una speranza.

Il colpo di scena
Alla più grande fiera mondiale della tecnologia mobile non sono in mostra solo apparecchi, ma pure software. Si discute di app e di sistemi operativi, e ieri era molto attesa la conferenza stampa di Eric Schmidt, presidente di Google. Ha illustrato i vantaggi del nuovo Android 4, parlando di Google e di internet con tono ispirato («Il Web del futuro sarà tutto e niente, sarà ovunque e non ce ne accorgeremo»). Tutti a prendere appunti e twittare, almeno finché non si è diffusa un’altra notizia, che ha distratto il migliaio di presenti. Apple aveva annunciato la presentazione dell’iPad3, il prossimo 7 marzo: a Cupertino amano i colpi di scena e la coincidenza pare troppo puntuale per essere un caso. Così il tablet di cui a Barcellona si parla di più è quello che non c’è.
via | lastampa.it

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