martedì 14 febbraio 2012

Apple, controlli sui fornitori dopo le accuse di sfruttamento



Apple è ormai divenuta la più ricca società del pianeta, con il titolo che ha appena sorpassato per la prima volta quota 500 dollari con una capitalizzazione complessiva che ha raggiunto l’astronomica cifra di 465 miliardi di dollari. Proprio per questo, le decisioni di maggior portata della “Mela morsicata” assumono un’importanza generale, e la cosa prende un rilievo particolare se si parla di tutela dei lavoratori. A lungo accusata di costruire il successo di prodotti come l’iPhone e l’iPad anche sullo sfruttamento degli operai che assemblano i pezzi nelle immense fabbriche dei fornitori, dislocate per lo più in Estremo Oriente, la società fondata dallo scomparso Steve Jobs cerca adesso di rilanciare con un’iniziativa significativa. «Riteniamo che i lavoratori in ogni parte del mondo - ha dichiarato l’amministratore delegato Tim Cook - abbiano diritto a un ambiente di lavoro sicuro ed equo, ed è per questo che abbiamo chiesto alla Fair Labor Association di valutare in maniera indipendente le performance dei nostri maggiori fornitori».

Proprio a gennaio Apple è diventata la prima azienda tecnologica accettata dalla Fair Labor Association. Quest’ultima è una organizzazione no-profit per i diritti dei lavoratori, nata nel 1999, che si prefigge lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro in tutto il mondo promuovendo l'adesione alle leggi sul lavoro nazionali e internazionali. In quest’ambito la Fla conduce audit e verifiche indipendenti per garantire che i propri standard vengano rispettati ovunque siano realizzati prodotti di aziende consociate. Operazioni che vengono adesso condotte nel complesso mondo di aziende legate alla casa di Cupertino, incluse le immense fabbriche della cinese Foxconn situate a Shenzhen e Chengdu.

Nel comunicato diffuso da Apple si specifica che «un team di esperti in diritti dei lavoratori guidato dal presidente della Fla, Auret van Heerden, ha iniziato le prime ispezioni presso un'infrastruttura di Shenzhen nota come Foxconn City. Nell'ambito della sua valutazione, la Fla organizzerà colloqui con migliaia di lavoratori per indagare le condizioni di lavoro e di vita, inclusi salute e sicurezza, retribuzione, orari di lavoro e comunicazione con il management». Un’inizio non certo casuale, quello delle ispezioni, visto che proprio la Foxconn è finita negli ultimi anni nell’occhio del ciclone per via delle condizioni di lavoro estreme a cui costringerebbe i suoi dipendenti per rispettare gli accordi di consegna dei prodotti stipulati con Apple ed altri giganti dell’elettronica di consumo. Accuse solide, se è vero che sono basate, oltre che sulle numerose proteste dei lavoratori, anche su vari incidenti avvenuti all’interno degli stabilimenti e su alcuni suicidi dei dipendenti.
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