ITC respinge l'accusa di Barnes&Noble in uno dei casi che ha al centro le licenze Android
Roma - Secondo anticipazioni, Barnes&Noble (B&N) si starebbe per veder respingere dall'International Trade Commission le accuse di abuso di monopolio che aveva mosso nei confronti di Microsoft.
La sentenza resta ancora sigillata: tuttavia gli osservatori ritengono che il titolo con cui è stata pubblicata indichi chiaramente una sentenza positiva per Redmond, che veniva accusata da B&N di sfruttare i suoi brevetti e la sua posizione nel settore ICT per controllare artificiosamente il normale sviluppo del mercato mobile. In particolare, il dito era puntato contro le sue denunce contro i produttori Android, pressioni che avrebbero potuto rendere a pagamento il sistema operativo di Google, favorendo Windows Phone.
Microsoft, senza aspettare la sentenza ITC sul caso, ha d'altronde continuato a perseguire la sua strategia di attacco nei confronti dei produttori hardware di Android ed è riuscita ad arrivare a stringere accordi di licenza con più del 70 per cento dei produttori statunitensi di smartphone con il sistema operativo di Google.
Ad opporsi a Redmond, finora, erano state solo Motorola, acquisita da Google stessa, e Barnes&Noble, che l'aveva controdenunciata per agire in difesa dei suoi dispositivi Nook accusati da Microsoft di violare cinque brevetti.
B&N era dunque ricorsa sia al Dipartimento di Giustizia (DoJ) che all'ITC contestando a Microsoft di ostacolare la competizione nel mercato dei dispositivi mobile, e di abusare dei propri brevetti, arrivando a chiedere, per la presunta violazione nei dispositivi che impiegano Android, royalty superiori a quelle che la stessa Redmond richiederebbe per l'utilizzo del suo intero sistema operativo Windows Phone.
La sentenza di ITC, tuttavia, sembra ora dar ragione a Microsoft: pur non essendo ancora pubblica, è stata pubblicata con il nome "Initial Determination Granting Microsoft's Motion for Summary Determination of Respondents' First Affirmative Defense of Patent Misuse" e tale titolo, soprattutto a sentire l'osservatore esperto di brevetti Florian Mueller (già assunto da Microsoft per condurre uno studio sull'impiego dei brevetti FRAND), sembrerebbe indicare il rigetto delle accuse.
D'altronde, Microsoft ha accolto positivamente la decisione: "È chiaro che la difesa di Barnes&Noble basata sull'abuso brevettuale fosse senza merito". E ha colto l'occasione per rioffrire alla libreria la possibilità di sottoscrivere un accordo di licenza.
Sempre davanti all'ITC, intanto, prosegue l'analisi delle accuse di violazione brevettuali depositate da Microsoft nei confronti di B&N, quelle contro cui voleva difendersi proprio con la controdenuncia antitrust basata sull'abuso di brevetti.
La sentenza resta ancora sigillata: tuttavia gli osservatori ritengono che il titolo con cui è stata pubblicata indichi chiaramente una sentenza positiva per Redmond, che veniva accusata da B&N di sfruttare i suoi brevetti e la sua posizione nel settore ICT per controllare artificiosamente il normale sviluppo del mercato mobile. In particolare, il dito era puntato contro le sue denunce contro i produttori Android, pressioni che avrebbero potuto rendere a pagamento il sistema operativo di Google, favorendo Windows Phone.
Microsoft, senza aspettare la sentenza ITC sul caso, ha d'altronde continuato a perseguire la sua strategia di attacco nei confronti dei produttori hardware di Android ed è riuscita ad arrivare a stringere accordi di licenza con più del 70 per cento dei produttori statunitensi di smartphone con il sistema operativo di Google.
Ad opporsi a Redmond, finora, erano state solo Motorola, acquisita da Google stessa, e Barnes&Noble, che l'aveva controdenunciata per agire in difesa dei suoi dispositivi Nook accusati da Microsoft di violare cinque brevetti.
B&N era dunque ricorsa sia al Dipartimento di Giustizia (DoJ) che all'ITC contestando a Microsoft di ostacolare la competizione nel mercato dei dispositivi mobile, e di abusare dei propri brevetti, arrivando a chiedere, per la presunta violazione nei dispositivi che impiegano Android, royalty superiori a quelle che la stessa Redmond richiederebbe per l'utilizzo del suo intero sistema operativo Windows Phone.
La sentenza di ITC, tuttavia, sembra ora dar ragione a Microsoft: pur non essendo ancora pubblica, è stata pubblicata con il nome "Initial Determination Granting Microsoft's Motion for Summary Determination of Respondents' First Affirmative Defense of Patent Misuse" e tale titolo, soprattutto a sentire l'osservatore esperto di brevetti Florian Mueller (già assunto da Microsoft per condurre uno studio sull'impiego dei brevetti FRAND), sembrerebbe indicare il rigetto delle accuse.
D'altronde, Microsoft ha accolto positivamente la decisione: "È chiaro che la difesa di Barnes&Noble basata sull'abuso brevettuale fosse senza merito". E ha colto l'occasione per rioffrire alla libreria la possibilità di sottoscrivere un accordo di licenza.
Sempre davanti all'ITC, intanto, prosegue l'analisi delle accuse di violazione brevettuali depositate da Microsoft nei confronti di B&N, quelle contro cui voleva difendersi proprio con la controdenuncia antitrust basata sull'abuso di brevetti.
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